Su Tonino Guerra di Roberto Carvelli


Mi sono laureato nel 1992 sull’opera narrativa di Tonino Guerra e sulle dinamiche di scambio tra questa e quella cinematografica (di sceneggiatore dei grandi Fellini, Antonioni, Tarkovskij, Anghelopoulos, ecc.). Il mio professore, Walter Pedullà, mi ricordo aveva qualche dubbio pur ammirandolo e apprezzandolo molto mi suggerì di sviluppare una “linea padana” con Malerba, Celati e altri. Io insistetti per costruire parte del lavoro su questa triplice complessità della sua opera (poesia, narrativa, sceneggiatura) e alla fine ne fummo soddisfatti tutti. Tonino Guerra l’ho incontrato diverse volte, intervistato alcune (una delle interviste è in Amarsi a Roma – Ponte Sisto). Un paio di volte gli ho chiesto una poesia e la sceneggiatura di un cartone animato per una rivista con cui collaboravo. Poi ho continuato a seguirlo sempre apprezzando la coerenza arte/vita che lo aveva fatto ritornare nei suoi luoghi in una sorta di bioregionalismo molto coerente. Posso dire oggi che molto nella sua opera – il senso di un magico naturale, uno psicologismo straniante e sdoppiato, il racconto dei luoghi abbandonati e la necessità di salvare il mondo contadino – mi appartengono come fossero miei. In fondo questo fanno i libri o i film: riempire di senso quel piccolo vuoto informe che da soli non riusciamo a disegnare pur intuendone perfettamente i confini lontani, le forme vaghe. Elementi di una composizione di senso di cui abbiamo spesso, appunto, solo intuito, odore o sapore. Così posso dire che la tesi di laurea e tutto il corso di studi (esami compresi) sono stati orientati a questa traccia di viaggio e di speculazione. La scintilla era stato un film pur non eccelso quale Il frullo del passero tratto da uno dei bellissimi racconti de Il polverone. I suoi libri (prima che Bompiani decidesse di ridargli l’attenzione meritata) erano introvabili, stampati per editori minuscoli o poco propensi all’editoria letteraria. Ogni sua nuova raccolta è stata, così, per me una caccia al tesoro. E questo mi piace che rimanga nella mia passione di lettore: non accontentarmi dei frutti del supermercato ma cercare quei sapori rari che spesso sfuggono ai nostri editori, recensori, lettori. Pur bravi sono spesso destinati a fare da cassa di risonanza del medesimo indifferenziato gusto dell’epoca che loro stessi spesso contribuiscono a creare con l’ingenua o insincera manifestazione di un’ottimizzazione selettiva che spesso ci allontana da altre – non comprese – manifestazioni della grandezza umana.

di Roberto Carvelli : http://www.carvelli.it/dblog/

8 pensieri su “Su Tonino Guerra di Roberto Carvelli

  1. Un benvenuto a Roberto Carvelli, fiorellino colto nel prato del web, su cui noi vogliamo porre la nostra attenzione operando quella ricerca di cui anche tu parli, e su cui mi trovi oltremodo d’accordo. Hai detto una cosa molto bella Roberto e che non posso non condividere:

    ” E questo mi piace che rimanga nella mia passione di lettore: non accontentarmi dei frutti del supermercato ma cercare quei sapori rari che spesso sfuggono ai nostri editori, recensori, lettori. Pur bravi sono spesso destinati a fare da cassa di risonanza del medesimo indifferenziato gusto dell’epoca che loro stessi spesso contribuiscono a creare con l’ingenua o
    insincera manifestazione di un’ottimizzazione selettiva che spesso ci allontana da altre – non comprese – manifestazioni della grandezza umana.”

    E’ il principio che smuove anche me nel leggere, nello scegliere un libro, nello scrivere e nel partecipare a blog di condivisione come questo. Spero di ritrovarti presto e magari, dato che hai fatto uno studio approfondito su Tonino Guerra, autore che conosco poco invero, ti chiedo: secondo te qual’è un testo rappresentativo di questo poeta? Puoi riportarlo qui? Ciao,

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  2. tante sono le note a favore e qualcuna contro Tonino Guerra. Sta di fatto che ha vissuto utilizzando risorse materiali e sogni come risorse anch’esse, e anche questo è un insegnamento da sottolineare.Poi, inutile accapigliarsi per qualcosa su cui lui non può rispondere, sempre ammesso che avrebbe risposto. Grazie.f.f.

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  3. Bellissime parole:

    “In fondo questo fanno i libri o i film: riempire di senso quel piccolo vuoto informe che da soli non riusciamo a disegnare pur intuendone perfettamente i confini lontani, le forme vaghe. ”

    il post mi ha colpito per questo amore che in fondo trapela…
    benvenuto roberto…

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  4. Rimane assolutamente anche il mio principio quanto scritto da Roberto e successivamente citato da Mezza Notte. Mi piace essere qualcosina in più che un mediocre lettore e, spesso, il “supermercato” non offre quello che, ad un certo punto diventa necessario. Ecco che bisogna andare alla ricerca di ciò che riempie veramente, come feci anni fa per alcuni lavori di Garçia Lorca introvabili in Italia, andando a Granada, alla Fondazione Lorca, per avere alcuni sonetti inediti dell’amore oscuro (allora non c’era internet).
    Per cui il mio applauso a Roberto per la sua passione.

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  5. E’ inutile ripetere concetti già espressi dai miei predecessori, concordo in pieno sul bisogno di cercare perle in libreria ma al contrario adoro anche i Best, non per scopi letterari ma per semplice studio sociologico e letterario. Esempio ;
    Ho letto “Acciao” è l’ho trovato un’amabile cagata, riempito di luoghi comuni e spesso irritante nello stile ma non per questo me ne pento…è l’ennesimo esempio di come NON si dovrebbe scivere

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  6. Grazie a tutti per il colto spirito del post @1/2notte: senza dubbio Il polverone (raccolta di racconti e poesie), Il miele (poema in dialetto), L’uomo parallelo (romanzo). Non so se di facile reperibilità, per rimanere alla ricerca di cui un po’ tutti avete scritto. Un saluto

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  7. una grande persona, io la conoscevo.A Pennabilli ho sempre fatto la fiera degli artisti da strada e lui non mancava mai di farsi una passeggiata tra i mille colori di quei giorno. L’orto dei frutti dimenticati era solitamente chiuso in quel week end per evitare che venisse rovinato, io e jasmine( che era piccolissima, 4 anni mi pare)lo volevamo vedere e parlando davanto al mio banchetto ci invitò, forse innamoratosi degli occhioni azzurri di jas, non so. Così la domenica verso il crepuscolo ebbi il grande onore di passeggiare con lui in quel magico luogo. Grazie Roberto.

    o.

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