Inediti di Sacha Rosel


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Sacha Rosel (Pescara, 1974) è una scrittrice italiana. Ha collaborato come lettrice di manoscritti in lingue straniere e come traduttrice per diverse case editrici italiane. Fa parte della redazione di Thriller Magazine (www.thrillermagazine.it) ed è curatrice del sito di scritture femminili Luna Donna (www.lunadonna.net). Ha partecipato alla stesura del Dizionoir (Delos Books, 2006), prima pubblicazione enciclopedica italiana dedicata al genere thriller). È autrice della silloge di poesie Carne e Colore (Noubs, 2008) e curatrice dell’antologia erotica di autrici e autori vari L’oscura malinconia dei sensi (Demian, 2011). Il suo primo romanzo, Fiori nell’ombra (Demian, 2012), esplora l’horror e il fantastico in chiave orientale. Dal 2012 ha un blog personale, scritto in parte in italiano e in parte in inglese (www.lunadonna.iobloggo.com).

***

SKINFLOWER

È mattina,
ho il sole spento,
le mani aperte all’alba.

Ho voglia di essere intensa.
Nella forza nera
dei miei capelli
intrecciare ghirlande.

Lancio uno sguardo nel mondo là fuori.
Proviamo.
Prova.

Cosa vedi?

Occhi neri, freddi,
un filo spinato che arresta lo sguardo.
La pelle,
follia perduta d’incenso,
febbre e sangue sui petali del viso.

L’acquario dei giorni dilaga sulle pupille.
Sole rosso scorrerabbioso.
Nuda invasione,
finalmente nata…

Rovisto fra i capelli,
il blu delle trasparenze sulle ruote affilate,
una borsa, forse un biglietto, ecco:
il tuo indirizzo in carta lucida,
fra tanti rifiuti d’asfissia.

*

La tua bocca spunta dalle tele della metropolitana.
Tossisci,
e vedo i lunghi polsi ondeggiare
luce
calce di pelle compatta mi colpisce improvvisa.
Chiodi neri freddano il cuore
sulle ciglia. Ogni volta
che sento quel colore
(ho paura di te forse?)

Mi siedo per prendere un po’ di tempo.
Le mie mani da pianista
ti invitano a fare altrettanto.

Così alta è l’esplosione tra noi.

Nel profondo di me,
quell’esordio invisibile
mutismo
cancella le tracce del passato.
Vorrei un gesso bianco sporco
a indicare la via da percorrere.
Adesso invece,
confido te entro una linea color ocra e tu
come rettile adori la sfera notturna della mia acqua.

*

Clank.
Ho chiuso la porta neanche un’ora fa.
Sei solo un fastidio lieve,
una membrana accesa nell’apparato respiratorio.

Fili di passanti si tendono e si stendono
da un capo all’altro del plexiglass fuori dal bar in cui mi trovo.
Lo spirito nuota,
ristagna
sulla mia bocca
oro tombale
io taglio io suono di sangue
io taglio il suono di sangue emesso da stelle puttane di luce
e occhi.
Mischierò il cane del tuo ricordo a morsi,
nel lampo finale che accende l’alba.

Traspiro dall’alto del tavolo.
Transfiguro
e cammino.

*

L’acqua è il mio corpo.
Forse devo soltanto annegare nell’inchiostro,
e lasciar perdere l’acqua
lasciarla dis perdere.
scrivere

Il mondo è un fondo di
cera e silenzio
e parole piene nell’aria.

Tout à la fin devient mélodie.

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