NERA
Gli occhi in punto
in questo mezzo giorno
di precisa assenza,
ti guardo ripetuta in una foto
che rincorre la tua vita intera:
sempre nera la maschera
che indossi per ricordare
il lutto ‒ quando da bambina
hai mancato per un soffio l’appiglio
confortante dell’attesa, quel treno
spoglio, le mani che parlano
la tua stessa lingua nella forma
che il codice genetico detta
ai tuoi silenzi
ma io lo so che nonostante tutto
sei la stessa in ogni dove per
sempre quell’anima piccina
turchese e zucchero, nascosta
dentro un’armatura nera
in questa mezza notte bucata
al centro, il tempo che si inceppa
parallelo alla corsa decisa
delle tue parole, spalle al vento,
è il credito che tieni in pugno
nera impronta di un addio.
Silvia Rosa
Ricordi l’inverno passato?
Venivi a coprirmi nella notte
sul rosario d’ossa che cinge il petto.
Ora un uccello azzurro vi ha posato il nido
grida un nome
a gocce alterne morbide infuocate
grida
nella cicatrice che unisce le solitudini
sul filo nero che ricuce
un punto dopo l’altro
la tempesta.
Alta e verticale sto
come una roccia a picco sul mare
e nulla scompone
questa assenza orizzontale.
Alta e verticale sto
a sorvegliare pinne e abissi
quella sovranità feroce che danza
nutrendo piedi uncini e radici.
Alta e verticale sto
a setacciare pietre lucide
nella tempesta di boe e cefali
che si incrociano dentro me
in una guerra silenziosa.
Ci sono stanze dove nessuno attende
e solitudini negli angoli appese ai muri
e uomini in piedi sulla soglia
con donne lì accanto a denti stretti
provate dalla stessa urgenza.
È un atto di fede
questo svegliarsi nel mondo
e praticare la notte
un miracolo che attende
lo sgravare delle ore e dell’acqua
nelle porte senza chiave, che timide
risiedono, incavate nelle stelle
lì, dove il silenzio ci definisce
e con esso, il buio.
*
Testi di KSENJA LAGINJA, tratti da “PRATICARE LA NOTTE” (Ladolfi Editore, 2015)
Immagini di KRISTAMAS KLOUSCH (http://kristamas.net/home.html)
Poesie molto belle.