“Sottomissione”: la cura alla libertà di Leonardo Renzi


SottomissioneCopertina

Partiamo con il definire quel che l’ultima fatica di Houellebecq non è: non è un romanzo sull’Islam, né sulla fede, né un saggio su Huysmans, né sul decadentismo. Ciò di cui siamo sicuri invece, è che si tratti di un romanzo necessario se si considera la vicenda intellettuale dell’autore francese: iniziata nel 1994 con“L’estensione del dominio della lotta”, H. ci ha condotto in un lungo viaggio attraverso il malessere occidentale, nell’alienazione ormai penetrata in ogni piega del pubblico e del privato, nell’impossibilità del singolo di trovare una risposta a questa crisi tanto personale quanto collettiva. Il viaggio si conclude con “La carta e il territorio”, in cui H dichiara finita l’epoca moderna, con la sua fede nell’individuo, nella felicità, nel progresso e nell’emancipazione dai valori tradizionali; verso la conclusione del suddetto romanzo, l’autore francese inserisce come possibilità individuale quello che diverrà poi il centro di “Sottomissione”: la conversione religiosa, l’ultima opzione possibile per ritrovare un equilibrio (un ordine) che dia ancora un senso alla sofferenza, e nel contempo faccia da contrappeso all’autodistruttività di una libertà in balia di se stessa.

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