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La santa carnalità di Mariarita Renatti
“Madonna delle babbucce”
Benvenuta su Words Social Forum Mariarita!
“Come e quando ti sei avvicinata all’arte ed al suo mondo?”
Salve, e grazie per avermi invitata nel vostro Forum, mi presento , mi chiamo Mariarita Renatti e vivo a Torre del Greco , una città ricca di storia, a livello artistico culturale ,della provincia di Napoli.
Mi avvicino prestissimo al mondo dell’arte, il mio sogno inizia da bambina, alla scuola elementare passavo le ore in classe disegnando , preparavo dei disegnini per i miei compagni per fare amicizia dato che ero introversa e molto timida, un modo per riuscire a comunicare con loro insomma, e i loro occhi stupiti mi facevano sentire bene ed accettata. Col tempo ho dato sempre più importanza al disegno, iniziando dalla pittura ad olio,e sperimentando le varie tecniche frequentando prima l’istituto d’arte poi l’accademia di belle arti , dove ho intensificato la tecnica con Maestri che ho avuto la fortuna di incontrare, fra cui il Maestro Aniello Scotto, che tutt’ora seguo.
“Che ruolo ha la fede, il simbolismo religioso nel tuo iter creativo?”
Nei miei lavori spesso gioco sui simboli della religione, come “Madonna con le babbucce” e uno degli ultimi lavori a cui sto lavorando; in cui ritraggo mia madre nelle vesti dell’Immacolata Concezione, “sacro e Profano” cerco di toccare nel profondo le persone che si trovano di fronte ai miei lavori, cerco delle reazioni, a volte positive a volte negative, in realtà il mio non è altro che un’enfatizzazione dei rapporti con le persone a cui devo tanto, in primis mia madre.
Le sfumature dell’anima di Ksenja Laginja
“Giulio De Paoli ph” 2015
Benvenuta su Words Social forum Ksenja
“La tua carriera artistica nasce sul tavolo da disegno, ma come sei passata dalle linee rette del tecnigrafo a quelle morbide e sfumate dei tuoi lavori?”
Innanzitutto ti ringrazio, Christian, per questo splendido invito e ringrazio WSF, cara creatura, per l’ennesima ospitalità. Non ho mai vissuto passaggi e paesaggi così netti dacché ricordi. Sono partita dalle linee fluide per approdare al rigoroso silenzio della linea retta, poi tutte queste sfumature si sono sovrapposte in prospettive, assonometrie e ogni confine è caduto. Ho mischiato rette e sfumature perché entrambe mi compongono da sempre e continuo a seguire questo percorso. La linea, l’architettura sono il tutto, questi elementi sono rintracciabili ovunque e in queste terre tutto è possibile. Amo le linee rigorose, le figure geometriche, i tagli, le ferite e amo la fluidità della carne e dei liquidi biologici; tutto è rappresentabile e sviscerabile, anche le emozioni.
E credo non esistano confini precisi tra queste due visioni, o almeno mi piace pensare ciò.
“La contaminazione intesa come invasione di uno spazio da un corpo estraneo è particolarmente presente nei tuoi lavori. L’impressione che traspare dalla lettura dei tuoi testi poetici e dalle tue illustrazioni è una volontà di non isolamento nei confronti del nuovo, cosa apportano questi corpi estranei al tuo modo di creare?”
Questi corpi di carta, inchiostro, pixel e idee, rappresentano l’incontro dell’Io con ciò che vedo e vivo ogni giorno. L’isolamento non mi serve, se non nell’attimo in cui rappresento tutto ciò. Lì sono da sola. Ed è una fase delicata in cui mi chiudo per limare e asciugare tutta questa complessità di intenti. In ogni cosa che faccio cerco la semplicità. Non amo scrivere in “maniera complessa” perché non amo chiudermi di fronte alle persone, ed è bello quando chi ti ascolta, vede o legge di te, riesce a entrarci dentro, a sentire qualcosa. Nel disegno mi muovo sempre attraverso le visioni, ma in modo un po’ differente: qui posso lasciar fuoriuscire il nero che non riesco o non voglio incanalare nella scrittura. Questi corpi “estranei” arricchiscono il mio mondo, sono i figli prediletti che mi completano.