I MIGLIORI DISCHI DEL 2015 a cura di Antonio Bianchetti


foto-1-i migliori dischi del 2015-b

Eccoci qua ogni fine dell’anno a scegliere i migliori dischi pubblicati nel corso di questo 2015 e che rappresentano le mie scelte personali. Qualcuno dice sempre che questo è un gioco fine a stesso perché ognuno di noi viaggia sempre verso le proprie latitudini, ma tant’è, a me personalmente il gioco piace, perché quando seguivo le riviste specializzate analizzavo sempre degli artisti che mi erano sfuggiti durante il corso dei mesi, e che riscoprivo proprio con queste classifiche riepilogative. Sostanzialmente mi sono mosso come sempre fra il rock e i suoi dintorni, sconfinando ogni tanto in territori altri e rientrando come sempre nelle mie stanze, perché vivere di musica, è un’esperienza bellissima in cui, forza, ritmi, esultanza, furore, estasi, abbandono e poesia, rappresentano tutte le sfaccettature migliori della vita e proprio per questo, bisogna goderle nel migliore dei modi.

Questi sono i miei top 20

VIET CONG –VietCong
A PLACE TO BURY STRANGERS – Transfixiation
LAURA MARLING – Short Movie
NADINE SHAH – Fast Food
IOSONOUNCANE – Die
ALGIERS – Algiers
SACRI MONTI – Sacri monti
IBEYI – Ibeyi
MBONGWANA STAR – From Kinshasa
ALABAMA SHAKES – Sound & Color
PORCUPINE TREE – Anestetize
BENJAMIN CLEMENTINE – At Least For Now
THE JON SPENCER BLUES EXPLOSION – Freedom Tower / No Wave Dance Party 2015
JOHN ZORN – The True Discoveries Of Witches And Demos
GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR – Asunder Sweet And Other Distress
NILS ØKLAND / PER STEINARD LIE / ØRJAN HAALAND – Lumen drones
SARAH NEUFELD & COLIN STETSON – NeverWere The Way SheWas
MATANA ROBERTS – Coin Coin Chapter Three: River Run Thee
ANIMATION – Machine Language
KAMASI WASHINGTON – The Epic

Seguono le schede singole di ogni album

Continua a leggere

MATANA ROBERTS – “Coin CoinChapter Three – River RunThee”


foto-matana-1

Matana Roberts è una sassofonista di Chicago, improvvisatrice, compositrice, performer, legata a un sound concettualista d’avanguardia, ha collaborato e creato insieme ad altri “sperimentatori visionari” molti progetti multimediali utilizzando danza, poesia, arti visive e teatro, per costruire insieme alla musica dei veri e propri spettacoli radicali, spaziando dall’attualità all’introspezione storica, dalla denuncia sociale alla politica. La sua ricerca estetica è qualcosa che va oltre il concetto stesso di musica, perché le sue contaminazioni anche eccessive travalicano ogni prospettiva consueta, nonostante viviamo in un periodo dove si è sperimentato di tutto, però (e qui si può rilevare la sostanziale differenza), la ricerca di Matana non è una provocazione a perdere, strutturata solo per stupire; è qualcosa che va oltre, al di là, partendo dalle parti più nascoste del nostro io, in cui, rifiutando di vedere la nostra parte oscura, di fatto nascondiamo una parte essenziale di noi stessi. In fondo, guardarsi allo specchio non è una frottola qualsiasi inventata per concepire una favola malvagia, ma è quello che dovremmo cercare ogni giorno per farci delle domande senza remissione. La Roberts invece non ha timore di giostrare in questi universi paralleli, come se la verità si nascondesse in ogni sub-strato, dando alle sue composizioni una partecipazione collettiva unica, quasi a coinvolgere nel suo magma sonoro tutto il possibile. Ogni livello è un mondo ossessionato dalla rincorsa verso quello successivo, perché se nella realtà non esiste il “lieto fine”, almeno, l’esecuzione di un’opera d’arte, ci può rendere partecipi di un eventuale cambiamento.

Continua a leggere