Le sfumature dell’anima di Ksenja Laginja


Ksenja by Giulio De Paoli

“Giulio De Paoli ph” 2015

Benvenuta su Words Social forum Ksenja

“La tua carriera artistica nasce sul tavolo da disegno, ma come sei passata dalle linee rette del  tecnigrafo a quelle morbide e sfumate dei tuoi lavori?”

Innanzitutto ti ringrazio, Christian, per questo splendido invito e ringrazio WSF, cara creatura, per l’ennesima ospitalità. Non ho mai vissuto passaggi e paesaggi così netti dacché ricordi. Sono partita dalle linee fluide per approdare al rigoroso silenzio della linea retta, poi tutte queste sfumature si sono sovrapposte in prospettive, assonometrie e ogni confine è caduto. Ho mischiato rette e sfumature perché entrambe mi compongono da sempre e continuo a seguire questo percorso. La linea, l’architettura sono il tutto, questi elementi sono rintracciabili ovunque e in queste terre tutto è possibile. Amo le linee rigorose, le figure geometriche, i tagli, le ferite e amo la fluidità della carne e dei liquidi biologici; tutto è rappresentabile e sviscerabile, anche le emozioni.

E credo non esistano confini precisi tra queste due visioni, o almeno mi piace pensare ciò.

“La contaminazione intesa come invasione di uno spazio da un corpo estraneo è particolarmente presente nei tuoi lavori. L’impressione che traspare dalla lettura dei tuoi testi poetici e dalle tue illustrazioni è una volontà di non isolamento nei confronti del nuovo, cosa apportano questi corpi estranei al tuo modo di creare?”

Questi corpi di carta, inchiostro, pixel e idee, rappresentano l’incontro dell’Io con ciò che vedo e vivo ogni giorno. L’isolamento non mi serve, se non nell’attimo in cui rappresento tutto ciò. Lì sono da sola. Ed è una fase delicata in cui mi chiudo per limare e asciugare tutta questa complessità di intenti. In ogni cosa che faccio cerco la semplicità. Non amo scrivere in “maniera complessa” perché non amo chiudermi di fronte alle persone, ed è bello quando chi ti ascolta, vede o legge di te, riesce a entrarci dentro, a sentire qualcosa. Nel disegno mi muovo sempre attraverso le visioni, ma in modo un po’ differente: qui posso lasciar fuoriuscire il nero che non riesco o non voglio incanalare nella scrittura. Questi corpi “estranei” arricchiscono il mio mondo, sono i figli prediletti che mi completano.

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Giovani Prospettive: Alex Stoddard – Omaggio di parole – 1° parte


alex

Alex Stoddard: voce dell’interiorità

E’ il mio primo editoriale dunque siate clementi, con questo omaggio apriamo un nuovo capitolo di Words Social Forum, un capitolo che con Alex Stoddard prende il via e cioè quello di realizzare ebook in seguito a particolari omaggi ad artisti contemporanei ed emergenti, dove poter riunire le immagini accompagnandole infine con le parole che ha scaturiscono.
Words Social Forum si ritrova perfettamente, l’arte della fotografia e l’arte della letteratura s’incontrano creando quella sinergia a noi tanto cara.
Parole quelle presenti qui che ben si legano con la profondità delle immagini di Alex Stoddard.
Ho scelto di cominciare questo nuovo capitolo degli omaggi con lui, perché le sue fotografie sono una sorta di viaggio introspettivo, nel bosco profondo che siamo ed Alex, attraverso il suo lavoro, crea storie oscure e fantastiche che catturano il dramma e fragilità dell’esperienza umana.

Antonella Taravella
Caporedattore WSF

Alex Stoddard è un fotografo statunitense, nasce a Jacksonville in Florida e vive la maggior parte della sua infanzia lì. Comincia a fare autoritratti all’età di 16 anni dietro il bosco di casa sua in Georgia e questo muove in lui il desiderio di creare ed esprimersi con la fotografia.
Alex attualmente vive a Los Angeles, California.

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Poesie di Redent Enzo Lomanno


E tutto nacque lì, in incastro microcosmico, dal profondo abisso della poesia. Così presi a muovere le pinne per non cadere e giacere sul fondale da non guardare altrove, dove quello scendere è strumento d’eccellenza, origine, radice: e questo Redent Enzo Lomanno lo sa, ne ha compreso l’essenza. La parola è goccia d’acqua, fiotto che diviene flusso caldo e poi specchi di sola acqua nella perdita che abita.

Le terre sommerse in cui ci conduce sono cariche di pura bellezza liquida e d’altronde, come lui ci ricorda: “Forse abbiamo torto sulle branchie e per il nostro, nessun alibi“.

(Ksenja Laginja)

In acque profonde

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