Poesie alla madre – parte 4


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rose bianche di Fernanda Cataldo

le certezze cambiano, il mondo cambia
sono molto più interessanti i ritratti dopo
dalle etichette rassicuranti messe lì
sul momento
ho conservato la tua fotografia, fantasticando
mi chiedo se dove dormi puoi ascoltare
il canto grave delle cicale nel manto di rose bianche
della tua ultima dimora e nel sole brutale
che continua a riscaldare il tuo nome
alla chaux è quasi sempre autunno dalla finestra
avvolge le gru, l’ardesia dei tetti
i campanili e la verde lastra della foresta
quel tanto d’avvertire che tutto
rimane ancora vivo
impressione bizzarra prima della salita
tagliato il filo di lana si crolla a terra sfiniti
con l’affannoso fiato.

***

“Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta”.

Rainer Maria Rilke

***

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Evento: FestivArt Della Follia II Edizione – 11/12 aprile 2015 Torino


FESTIVART DELLA FOLLIA II EDIZIONE 2015

a cura di Silvia Rosa, Antonella Taravella, Salvatore Sblando

in collaborazione con: Associazione Culturale ART 10100, Collettivo WSF (Words Social Forum – Centro Sociale per l’Arte), Cecchi Point, Libreria Belgravia, Scuola Cottolengo

con il Patrocinio della Circoscrizione 7 – Città di Torino

L’11 e il 12 Aprile 2015, dalle 18.30 alle 23.00, presso il Cecchi Point di Via Cecchi 17 a Torino, si svolgerà la seconda edizione del FestivART della FOLLIA, festival multidisciplinare tematico, in cui i linguaggi delle diverse discipline artistiche (arti visive, letteratura, teatro, musica) si incontrano in un dialogo creat(t)ivo sul tema della follia.

Il programma prevede reading, performance, videoproiezioni, una mostra fotografica collettiva con opere della Scuola Cottolengo e di Isabella Indiesigh, musica live a cura di Roberto Caiato.

PROGRAMMA

Reading/Performance

11 APRILE

Lucianna Argentino, Alessandro Brusa, Enzo Campi, Lella De Marchi, Marco Ercolani, Lucetta Frisa, Alba Gnazi, Enrico Marià, Margherita Rimi, Tiziana Cera Rosco, Claudia Zironi. Time microfono aperto sul tema della follia.

12 APRILE

Emilia Barbato, Sandra Baruzzi, Fabrizio Bonci&Lord Therim, Rita Bonomo, Francesco Deiana, Ivan Fassio, Eliana D. Langiu, Minerva Jones, Daita Martinez, Carlo Molinaro, Enzo Moretti, Ennio Onnis, Sylvia Pallaracci.

Videoproiezioni

11 e 12 APRILE

Rita Bonomo&Giusy Calia, Rosaria Di Dio, Maria Grazia Galatà, Cristina Rizzi Guelfi, Alfonso Lentini, Simona Muzzeddu, Scuola Cottolengo, Teatro Dell’Assurdo, Giovanna Iorio.

Per info: info@art10100.com salvatore.sblando@gmail.com collettivowsf@gmail.com

https://www.facebook.com/festivartdellafollia

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“MENU MOMO” Spettacolo teatrale


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10 maggio 2014, ore 21:00
Teatro Principessa Isabella
Via Verolengo 212, Torino

“MENU MOMO”
Spettacolo teatrale

Testo e regia di Donatella Lessio

Con Donatella Lessio (Momo), Andrea Laiolo (Parola), Renata Chiappino (Voce), Ludovico Polidattilo (Scenografia digitale, grafica).
Ospite della serata: Luca Atzori (Prologo)

INGRESSO GRATUITO

“Momo”, il giullare cosmico che fa ridere gli dei, compare nel titolo dell’opera poetica “Artaud le Momo”, a cui è ispirato tutto il progetto, che consiste in un insieme di percorsi creativi afferenti in vario modo alla figura di Antonin Artaud, quali esibizioni, formazione, divulgazione.

Il progetto nasce sotto forma di spettacolo teatrale scritto in Francese, corredato della traduzione in Italiano; il testo è composto seguendo le modalità di produzione di pensiero del matto ossessivo compulsivo, che ragiona lucidamente secondo schemi preordinati, retti da una logica ferrea, che non corrisponde però a quella socialmente accettata.
Lo spettacolo, in questa sua prima versione, si avvale di diversi linguaggi espressivi: declamazione, canto, sonorizzazioni vocali e strumentali, scenografia digitale. Può trasformarsi in concerto, lettura, videoproiezione e occupare spazi molto diversi, come teatri grandi e piccoli, club, gallerie d’arte, porticati, cinema, abitazioni private.

Lo spettacolo, in questa sua prima versione, si avvale di diversi linguaggi espressivi: declamazione, canto, sonorizzazioni vocali e strumentali, scenografia digitale. Può trasformarsi in concerto, lettura, videoproiezione e occupare spazi molto diversi, come teatri grandi e piccoli, club, gallerie d’arte, porticati, cinema, abitazioni private.

Per informazioni:
menumomo@libero.it
349-4945179

Organizzazione: Salvatore Sblando in collaborazione con “ART 10100” Associazione Culturale e Circoscrizione 5 della Città di Torino.


Salvatore Sblando

Prospettive. I fotografi che hanno fatto la storia: Vladimir Clavijo Telepnev – Omaggio di parole


Salvatore Sblando

Immagine

di Salvatore Sblando

*
– bambina –

Se schioccano le dita e si scheggia tenero
il confine delle unghie,
se le labbra si fanno nere latte di insulti e pianto,
se lungo i fianchi si affastellano smorzati pallidi
i frutti del primo plenilunio di gelo e di metallo
bambina
chiamava con gli occhi appuntiti come chiodi
più dentro [infondoeoltre] ancora, e con la rabbia
crescevano i silenzi cuccioli di gatta muta ed una
tomba fatta mani e bocca nello scorrere del tempo
in schizzi sporchi per quel gioco che è costato
vita intera, scacco matto, e tra le cosce esili
la certezza della morte, che invece non arriva
nemmeno a occhi così spalancati
da slabbrare [finoallafine] lo sguardo all’orizzonte,
se dopo questa carne d’innocenza andata a male
non resta nulla che non sia sapore acarie e ruggine,
se sottopelle raschia vene e ossa un tarlo
che è condanna ripetuta ad uno specchio sordo
bambina
chiama adesso la stessa voce inghiottita che bolo crudo
torna e brucia in gola, la catenella del perdono è il cappio
che stringe troppo forte un diamante grezzo sdoppiato
all’infinito, è l’eco di ogni negazione spago intorno
che si tende in un abbraccio monco di ogni meraviglia,
è l’essere dovunque e persa tra una parola e il corpo
il danno misurato che circoncide nel ricordo l’ombra
di ciò che era chiara luce, prima d’essere vuoto a(r)rendere.

di Silvia Rosa

Santina Lazzara
si lasciano cadere
le parole
come salici sulla terra
e le ripiego
dentro a un foglio
-come a un foglio o una maglia dismessa-
sul fango d’autunno
che odora di mandorle amare
e carbone

di Santina Lazzara

Dan Fante – Gin & Genio: recensione di Salvatore Sblando


foto
Ho sempre pensato che i testi tradotti dalla lingua originale, soprattutto quando si tratta di poesia, perdessero parte della potenza data dalla unicità del linguaggio in versi.
Metafore, rime, scrittura in metrica, spesso risultano di difficile trasposizione durante la fase di traduzione.
Fino a quando non mi sono imbattuto nell’ultimo libro di Dan Fante “Gin & genio” (titolo originale: “A gin-pissing-raw-meat-dual-carburator-V8-son-of-a-bitch from Los Angeles”).
Una raccolta, quella del figlio del celebre scrittore americano John Fante, -tradotta per i tipi della Whitefly press edizioni dalla Direttrice editoriale Gabriella Montanari- che non necessita di trasposizioni di metrica, in quanto si tratta di una scrittura in verso libero ma a cui certo occorre trasporre, la carica visionaria e paradossalmente realistica della poetica di Dan Fante.
Un lavoro di traduzione fatto in maniera minuziosa, incontrando e discutendo con l’autore persino dei vocaboli inventati.
Leggendo l’edizione italiana delle WFP edizioni, si entra in un mondo maledetto, illogico e paradossale, dove l’assurdo nella vita riesce a diventare poesia, riesce a divenire attimo e sprofondo.

Tutto è improvvisamente –teatro- biglietto omaggio-
imprevedibile
orribile
ridicola
assurda
preziosa
ed
esaltante

un’avventura

so di non valere molto – ma sono quel che penso

Una purezza, una ordinata casualità e maledizione che trovano nella scrittura poetica logico riparo; perché Dan Fante questo lascia trasparire con i suoi versi. Una continua e spasmodica ricerca di un riparo sicuro così come solo la poesia è in grado di dare.

Oggi me ne sbatto se mi tira o meno
non mi aspetto niente in cambio
puoi amarmi, non amarmi
perché –vedi
ci sono voluti trent’anni
ma quelle voci –la mia follia- si sono azzittite
e
mi è stato concesso il dono
di un barlume
di
lucidità

Un riparo certo, una protezione sicura dagli eccessi della sua vita, ma anche da una poesia accomodante che fa apparire l’esistenza, solo un ritrovo per sentimenti puri.
Ed invece in Dan Fante, naturale prosecutore della lezione poetica di Bukowsky, troviamo pane per i denti degli estimatori della lirica senza zucchero, capace nonostante ciò di parlare al cuore più oscuro del lettore.

Dire ti amo non era ancora cosa da poco
per me
niente di frivolo
un sacco di trombe e di gong hanno taciuto
e tante guerre… e anni
sono passati
in cui l’alcol e la dipendenza mi hanno guidato
ossessionato
e anche esonerato
dall’equilibrio mentale
e dalla ragionevolezza

Anche la scelta del carattere utilizzato nella edizione italiana curata da Whitefly press, ricorda molto quello delle macchine da scrivere e lo si può immaginare Dan, mentre compone il suo ennesimo atto alla vita e poi cancella, e poi strappa e poi carica nuovamente il foglio.

Quando penso a papà –oggi
oggi che è davvero famoso
e la gente finalmente dice di lui
quello che lui già sapeva
e diceva a tutti trent’anni fa

mi rendo conto che non ha mai dubitato del suo genio
che la sua rabbia e le sue amarezze
erano guerre contro la vita

piccole esplosioni nucleari non rivelate –
un modo per marcare il territorio

Per papà non faceva differenza

La vita era una gran puttana

Di seguito infine, per gli amanti dei testi in lingua originale, tre poesie di Dan Fante, tratte dalla raccolta “Gin & genio” in inglese (USA), gentilmente concessi dalla Whitefly Press edizioni.

1#

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Ho incontrato il più miserabile dei gatti
un bastardo affamato
mentre leggevo
su una panchina
e mi accendevo una Lucky dopo l’altra
sulla spiaggia di Venice

Mi ha visto e si è fatto avanti
bianco
sudicio
un occhio verde
l’altro giallo
e uno squarcio ancora fresco sull’orecchia sfregiata

Arrabbiato come un lupo ferito
si teneva a distanza
con l’aria di dire, dammi da mangiare
o levati dalle palle
su questa panchina sei nel mio territorio

Quel che non sapeva è che anch’io conosco la disperazione
e la pazzia
e quello che possono farti il vuoto la solitudine
e la rabbia quando in tasca hai solo la tua sofferenza
e come casa una Pontiac del ‘78 scassata piantata in
un vicolo di West L.A. e quella voce in testa che ti
accoltella e ti uccide ogni giorno un po’ di più e tu
ti svegli e bevi ancora di quel vinaccio che sa di
piscia di topo per sottrarti alla follia in agguato
e dio diventa un tipo che esce da un 7-Eleven e ti sgancia qualche spicciolo per un altro cazzo di
bottiglia e la paura è il più bel sentimento che
provi e l’amore è morto e il tempo è morto e persino
i tuoi occhi puzzano e le tue budella sono gonfie delle urla di tutti quelli che odi e l’unico rimedio sta nel piccolo miracolo di buttare giù un altro bicchiere

Il misero gatto bianco non sapeva che siamo fatti
della stessa stoffa
l’unica differenza tra noi
sono dieci anni
e una macchina da scrivere.

2#

Immagine2Immagine3

11 — 10 — 83
Ieri
silurato di fresco
per l’ennesima volta
e senza prospettive
ho trascinato
il mio umile culo
nella camera sul retro della vecchia e fredda casa
di mia madre

Quarantun’anni
il conto in banca a due cifre
dozzine di lavori andati a monte
una scatola piena di foto di bambini ed ex-mogli
e
nessuna idea sul da farsi

allora

ho tirato fuori
il mio ultimo romanzo non pubblicato
le mie due — anzi ora tre — commedie non rappresentate
le mie centinaia di poesie
e i miei racconti alla Ray Carver
e
la mia biancheria sporca

Ho incrociato mia mamma nell’ingresso,
lei ha distolto lo sguardo
forse pieno di vergogna — di certo seccato
alla vista
di quel figlio fallito nel quale, un tempo
alcuni avevano visto
del potenziale

Poi, non avendo altro da fare
mi sono preparato una tazza di caffè,
ho preso le sigarette,
e ho fatto il giro lungo fino alla scogliera
sopra l’oceano
e

laggiù
al freddo sulla roccia
connesso al momento
ho spalancato gli occhi
appena in tempo
per contemplare
un altro perfetto tramonto a Malibù.

3#

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Di notte
quando scopiamo
mi capita a volte di non riuscire a concentrarmi
e mi va via la voglia
allora torno indietro di venticinque estati
e penso a
Stinky
che aveva diciannove anni quando ci siamo incontrati ai corsi serali
le piacevano le mie scarpe logore
e le mie poesie sgraziate da tassista
non era mai stata a letto con un bianco
aveva la più sublime e morbida pelle nera
e un vitino da vespa
i suoi vecchi erano proprietari di una stazione di servizio nel nord dello stato
arrivava da me con il New York Central
passava i fine settimana nella mia camera sulla 51esima
a bere Mad Dog 20-20 tutta la notte
il bagno nell’entrata — e tossici ovunque
che vagavano come zombi
la radio che sussurrava per ore intere
le mitiche canzoni d’amore
e quell’incredibile continua e insaziabile fame
l’uno dell’altra

Allora
quelle notti – in cui mi va via la voglia
e pare che anche la magia tra di noi se ne sia andata
Stinky è la mia arma segreta
ripenso a lei — al suo modo di far festa
succhiandomi il cazzo
fino al midollo
e al suo sorriso che diceva sempre fottimi ancora
e così
ritrovo quella perfezione
e in silenzio — come siamo soliti scopare — la ringrazio
per l’aiuto che mi dà
con questo terzo stanco matrimonio.

Whitefly Press: http://www.whiteflypress.com/

articolo di Salvatore Sblando

OBLOM POESIA – Festival Multidisciplinare di Poesia in San Salvario: Letteratura, Arte, Performance, Critica, Editoria


Guglielmina Otter - Ritratto di Dino Campana "Fisionomie della parola"

Guglielmina Otter – Ritratto di Dino Campana “Fisionomie della parola”

Compito di chi opera nella realtà contemporanea è il ricollocamento di ancestrali qualità della poetica in produzioni che sappiano amalgamarne, dialetticamente, forma e sostanza. In questo modo, attraverso una conseguente visione interdisciplinare, la poesia potrà reincarnare – secondo l’accezione originaria di creazione universale – il concetto primordiale di estetica: relazione attiva nei confronti di tutti i campi della percezione

Architettura dell’immaginario, realtà artificiale, simulazione grafica, interazione sonoro-musicale: la poesia ha rappresentato, nel corso dei tempi, tutte queste cose. A partire dalla propria etimologia, ha sempre convogliato le forze della creatività verso l’illimitata produzione di mondi conclusi in se stessi, assoluti: edifici inediti, biblioteche fittizie, cataloghi di innovazioni, strutture mimetiche. Autenticità e originalità sono state tradotte in linguaggi depurati o contaminati, in cui l’artificio dell’espressione potesse perdere ogni suo aspetto di utilità, di sviluppo efficace, di convenienza.
Casualità e progetto si sono scontrati ed alleati, abbandonati definitivamente in processi di automazione o di rigenerazione stilistica. Nella propria natura di materia cristallizzata, di testimonianza scritta, la poesia si è scoperta portatrice di segni immacolati, lievi e sospesi, decorativamente – e perturbabilmente – fruibili soltanto nella grafìa che li contraddistingue. Come scissione tra oralità e scrittura, ha scavato tra sé e l’esistenza un immenso cratere, che continua a secernere preziosi tesori: getto continuo d’ispirazione.
Compito di chi opera nella realtà contemporanea è il ricollocamento di queste ancestrali qualità della poetica in produzioni che sappiano amalgamarne, problematicamente, forma e sostanza. La ritrovata sensibilità nei confronti della parola andrà incanalata nelle sue variabili declinazioni: testimoniali, timbriche, seriali, riproduttive, grafiche, artistiche, performative, critiche, teatrali. Soltanto in questo modo, e attraverso una conseguente visione interdisciplinare, la poesia potrà reincarnare – secondo l’accezione originaria di creazione universale – il concetto primordiale di estetica: relazione attiva nei confronti di tutti i campi della percezione.

Ivan Fassio

Programma:

Mercoledì 26 giugno

18,00 Galleria Oblom: Presentazione del Festival, con Fabrizio Bonci, Ivan Fassio, Alan Jones, Salvatore Sblando. Presentazione del testo di Gian Ruggero Manzoni dedicato al Festival.

18,45 Galleria Oblom: Le macchine poetiche di Ennio Bertrand. A cura di Fabrizio Bonci e Ivan Fassio.

19,15 Galleria Oblom: Extreme Oath. La video arte di Valter Luca Signorile. A cura di Fabrizio Bonci e Ivan Fassio.

19,45 Galleria Oblom :Tre video su tre elementi. Video poetici e fotopoesie di Carlo Molinaro.

20,30 Galleria Oblom: Poesia e preghiera: l’invisibile confine. Patrizio Righero con la partecipazione dei videomaker Francesco Calabrò e Simone Mensa.

21,15 Galleria Oblom: Reading, con le poetesse Eliana D. Langiu e Milena Prisco.

22,00 Galleria Oblom: Presentazione del progetto fotografico di Gepe Cavallero: “La poesia come oralità, come musica della parola, come alle origini. Ritratti di poeti colti nell’atto di dar voce ai propri testi”.

22,30 Galleria Oblom: La notte di Dino Edison. Ivo De Palma legge Campana. Video installazione di fannidada.

Giovedì 27 giugno

17,30 Libreria Trebisonda: Reading con i poeti Silvia Rosa, Max Ponte, Francesco Deiana, Salvatore Sblando, Antonella Taravella.

19,30 Galleria Oblom: Live Painting di Andrea Chidichimo.

20 Galleria Oblom: Reading con i poeti Paola Lovisolo, Ada Gomez Serito e Marco Bellini in dialogo con Diana Battaggia.

21,30 Galleria Oblom: Presentazione del progetto editoriale “La vita Felice”. Con Diana Battaggia.

22,00 Galleria Oblom: La lingua batte… dove il verso vuole. Reading performativo di Riccardo Lanfranchi, in dialogo con Diana Battaggia. Alla chitarra Riccardo Lanfranchi e Guglielmo Marino.

Venerdi 28 giugno

17,30 bin11: La Mattanza e Clandestini. La video arte di Riccarda Montenero. A cura di Ivan Fassio.

18,30 Libreria Trebisonda: Reading, con i poeti Valentina Diana, Paolo Agrati, Ivan Fassio, Ennio Onnis, Roberta Toscano e Berte Bakary,

20,00 Libreria Trebisonda: Presentazione della collana “Disegno diverso” diretta da Paola Gribaudo e di Genesi Cosmiche di Davide Binello. A cura di Ivan Fassio.

20,30 Galleria Oblom: Incontro con la videoartista Friederike Schaefer. A cura di Fabrizio Bonci.

21,00 Galleria Oblom: Poetry above All. Incontro con il critico d’arte Alan Jones. A cura di Fabrizio Bonci e Ivan Fassio

22,00 Galleria Oblom: Memento e altre poesie di Iginio Ugo Tarchetti. Alle parole Laura Bombonato, al violoncello Eugenio Solinas.

22,30 Galleria Oblom: Dickinsong. Testo di Daniela Fargione e installazioni di Matilde Domestico. Fotografie di Tommaso Mattina e Gianpiero Trivisano. Musica e testi di Malecorde, con la partecipazione straordinaria di Bartolomeo Angelillo al violino.

Sabato 29 giugno

15,00 Galleria Oblom: Progetto Detenzioni di Roberta Toscano e Voci da dentro, poesie dalla Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino, in collaborazione con il blog “Dentro/Fuori”.

16,00 Bhuman Shah Art&Meditation Centre: Laboratorio di poesia con Valentina Diana e Silvia Reichenbach (prenotazione necessaria).

18,00 Bhuman Shah Art&Meditation Centre: Reading di Valentina Diana.

19 Galleria Oblom: Il rumore dell’acqua. Reading e Live Painting di Marco Memeo.

19,30 Galleria Oblom: PRINP Editoria d’Arte 2.0. Incontro con Dario Salani.

20,00 Galleria Oblom: Write me. Performance di Erika Fortunato, con un’opera di Daniela Giustat.

20,45 Galleria Oblom: Pondus, il peso delle parole nel corpo. Azione performativa di Donatella Lessio, testi di SIlvia Rosa. Proiezione di foto di Enrico Carpegna.

21,30 Galleria Oblom: Reading, con i poeti Alessio Moitre, Salvatore Sblando. Reuben Crowe

22,30 Galleria Oblom: Poesie in chiave di basso e Live Painting. Con Davide Bava, Marzio Zorio, Anna Ippolito.

Domenica 30 giugno

17,00 bin 11: Reading con i poeti Cecilia De Angelis, Ennio Onnis, Fabrizio Bonci, Ivan Fassio. Interventi musicali di Fabio Saba.

18,00 Galleria Oblom: Live Painting di Jean Paul Charles.

18,15 Galleria Oblom: Reading di Luca Ragagnin

19,00 Galleria Oblom: Reading, con i poeti Cecilia De Angelis, Antonella Facchinelli e Stefano Pini. Interventi musicali di Fabio Saba.

20,00 Galleria Oblom: Le Voyage de Jean-Paul Charles e Marathon, a cura di Ivan Fassio.

20,45 Galleria Oblom: Reading di Gabriella Montanari. Interventi musicali di Fabio Saba

21,30 Galleria Oblom: Mystic Oblom Show di Ivan Fassio e Diego Razza.

Dove:

OBLOM POESIA – dal 26 al 30 Giugno 2013
Galleria Oblom
Via Baretti, 28
Torino
http://www.galleriaoblom.it/
In collaborazione con Salvatore Sblando
Con la partecipazione di Art10100, bin11, Bhuman Shah Art&Meditation Centre, Cooperativa Letteraria

http://oblompoesia.wordpress.com/