IL “FOOL” DENUDA IL RE


I am but a fool, look you, and yet I have the wit to / think my master is a kind of a knave”.

“Non sono che un matto, guardate, tuttavia ho abbastanza senno per credere che il mio padrone sia una sorta di furfante”


Da sempre la satira ha inteso colpire il potere e tutti i suoi rappresentanti. Il suo scopo è la denuncia, lo smascheramento della realtà del mondo e del male che in esso agisce, dei vizi e dei difetti, della verità che giace sotto le apparenze. La satira non è mai stata benevole, non ha mai fatto sconti, ha sempre voluto distruggere convenzioni. Ma il potere non sta a guardare e si difende ridicolizzando chi gli si oppone con il dileggio e lo sfottò per aumentare il conformismo generale.

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Simon Wiesenthal, ingegnere, scrittore e antifascista austriaco sopravvissuto all’Olocausto, nelle sue memorie («The sunflower», 1970) racconta degli ebrei impiccati dai nazisti nella piazza di Lemberg, a cui “un buontempone… attaccò a ogni corpo un pezzo di carta con su scritto ‘carne kosher” ( carne conforme alla legge).

Per giorni, i cittadini di Lemberg risero dei prigionieri dei campi di concentramento che i nazisti portavano a lavorare in città, perché «vedevano in quegli ebrei altra carne kosher a passeggio».Così, la massa prendeva le distanze dalle vittime. Così, si partecipa al divertimento sadico del violento.

Shakespeare attribuisce ai suoi cattivi (Iago, Shylock) lo stesso humor crudele per definire la loro immoralità e smascherare il potere e la sua disumanità. Nelle sue opere nessun tema viene risparmiato: il sacro, il profano, la politica, la religione, il sesso e la morte. Tutto da smascherare, da mostrare contraddittorio, ad opera di un fool, l’idiota-furbo, il saggio-stolto, che criticava le azioni dei potenti, mostrando, attraverso il linguaggio un potenziale sovversivo: portare gli altri alla comprensione del reale grazie alla follia.

Touchstone di As you like it e Feste di Twelfth Nigh sono i fools più riusciti e originali, investiti dal Re del loro statuto di “mattatori” di corte.

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