‘Senza distrazione’ – testo poetico di Sofia Demetrula Rosati su book fotografico – Dicotomie- di Cristina Rizzi Guelfi


1*
astratta propensione osservo dunque accolgo
l’ignoto nel mio sguardo mia sospensione
eppure riesco devota ad amare nonostante il grigio e
in questa posa distratta io ti conosco

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2*
tornare nei luoghi confidando nella costanza della memoria
che poi anche l’abbandono ha le sue debolezze
e il marrone è da sempre preludio di infiorescenza
ricordi le mattine di calda colazione?

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3*
il letto è vivido insospettisce il suo sguardo indagatore
sono sempre rimasta quiil disfacimento non disturba
si accorge forse un utero di essere sterile?
o non è – ogni ovulazione – un’epifania!

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4*
sono sempre rimasta qui compiaciuta di me
attendo dici? ho scritto qualcosa di
buono tra le venature dello scrittoio
perché non muoiano le assonanze

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5*
tu decidi di non attraversare questo
luogoche pure ci trattiene
io sostengo l’impronta del mio corpo
che non molla l’idea del possibile

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6*
non sapevo che la felicità fosse un esercizio
un allenamento alla ricostruzione
di uno spazio che non è vuoto ma disatteso
tu sei il mio esercizio di gioia

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7*
guarda quanta luce che c’è! non basta forse?
le piante sono dentro e vive
non vedi come mi ornamentano?
l’uscio è semprestato aperto non so perché

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8*
non ho coltivato quest’anno
la terra non ha ricevuto e neanche io
sembra tutto così vivo in questa fine d’inverno
forse la neve quanto sole

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9*
il pavimento disperde tracce di vissuto
le piante preferiscono restaredentro
cosa temono? c’è così tanta luce e
il pensiero è sempre bastato a se stesso

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10*
aiutami a definire questo spazio
ché non disfi l’illusione
io sono l’unica tua sensazione di
perdita reperibile

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11*
seppure la luce insiste ad esercitare presenza
la sua ingenuità non ci confonde
e non ristrutturiamo e non demoliamo questa intimità
che deteriora senza distrazione

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12*
il fuoco come se fosse fonte di calore
la legna l’hai accatastata prima di partire
l’accetta la sai usare!
non ce ne siamo mai andati

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13*
per quanto la valigia sia solo un’idea di contenuti possibili
noi coltiviamo un’intimità irrisolta che non trattiene
e la forma ha disconosciuto gli oggetti
in incapacità di composizione

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14*
l’esistere è abbandonato all’idea di spazio che
non dialoga perché nessuno patteggia con il vuoto
che pure spadroneggia lasciando lo sguardo
isolato sull’abisso del movimento

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testo poetico di Sofia Demetrula Rosati: http://trattiessenziali.com/
su book fotografico – Dicotomie- di Cristina Rizzi Guelfi: http://cristinarizziguelfi.tumblr.com/

Prospettive: Omaggio di parole a Sayaka Maruyama


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Sayaka Maruyama è nata in Giappone nel 1983 e si è laureata presso l’Università d’arte del Giappone nel 2005, quando ha cominciato il suo celebre progetto Neon O’Clock Works. La sua prima monografia, intitolata Krageneidechse, è stata pubblicata nel 2007, anno in cui si trasferisce a Londra. Maruyama ha esposto a Londra e Tokyo e le sue immagini sono state pubblicate su molte riviste tra cui il British Journal of Photography, la rivista Silvershotz, il Financial Times Magazine e Eyemazing.
Sayaka Maruyama, attinge a riferimenti classici giapponesi e motivi surrealisti, il suo lavoro esplora contraddittorie interpretazioni contemporanee delle nozioni giapponesi di bellezza, da prospettive sia occidentali e orientali. Maruyama ha guadagnato notorietà soprattutto per la sua serie Japan Avant-Garde, in cui l’artista intreccia le manipolazioni digitali delle immagini, con elementi di carta collage e pittura ad acquerello per creare intricate opere che esaltano un senso di bellezza.

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Sayaka Maruyama

“sei gradi ” di Francesca Dono

Erano altre parole,nude e incompiute come fiori di cambria a nascere,
sottratti dal buio per una liquida notte di sole a Dicembre.
-Solo poche sillabe non hanno avuto respiro-
scivolate dalla carta alla morte o distrutte e ritorte a decorosa apparenza.
Ad ogni modo erano me stessa,
dentro il corpo madre a dilatare,
fuori dalla civiltà di plastica,
oltre quest’età freddAsei gradi,
………………………………………………
che ormai da secoli parla.

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Giovani Prospettive: Omaggio di parole a Cristina Rizzi Guelfi


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Cristina Rizzi Guelfi è una giovane fotografa italiana autodidatta.
Ha partecipato a La Poetica del corpo e Il Corpo Poetico con il Collettivo WSF.
Ed è già presente su WSF con immagini e suoi testi.

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Ha imparato a piovere sulle mie emozioni, sulle abitudini abituate al passato, sui pensieri più miei e più scabri, come

un’impronta d’alfabeto, una missiva mancata, un albero piantato da mio padre, storto dei tempi in perpendicolo sui miei umori e sulla casa, sulle finestre incistate tra un alloro e una prosodia, un figlio –

– insegnano a vivere, i figli, come il buio quando si è bambini e a notte si è
più forte
più ancora
bambini.

Ho messo un bacio tra il tuo mento e la mia assenza, hai morso un urlo constatando la mia voce, una sorta di ritorno e di incertezza con la vocale della mia schiena.

Tu semini alloro, io non dormo : imparo.

Continua che ancora piove. Incede e stenta. E dunque. Piove.

(Alba Gnazi)

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